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Storie da oltreoceano: la realtà delle donne nei trasporti pubblici
Intervista a Maria Lucia Santagata
di Marcela Luque

 

Nove anni fa, quando l’anno 2014 stava per tramontare una studentessa universitaria acquistava in un’edicola della Estación Once il calendario 2015 della Asociación Amigos del Tranvía di Buenos Aires senza immaginare che in meno di dieci anni sarebbe diventata la Community Manager della nota associazione argentina per il recupero e la conservazione dei tram storici.

“La verità è che fin da adolescente mi sono interessata di trasporto pubblico e in particolare di ferrovie,” spiega, facendo un balzo indietro nel tempo Maria Lucia Santagata, 31 anni, laureata in Lettere e Community Manager presso la Asociación Amigos del Tranvía di Buenos Aires, Argentina.

E fu proprio in quella stazione ferroviaria del 1882 il cui nome fa riferimento alla rivoluzione dell’11 settembre del 1851 (Once de Septiembre) e che dagli abitanti di Buenos Aires è semplicemente conosciuta con il nome di Estaciòn Once che la corsa di Maria Lucia ebbe inizio.

“Conoscevo l'associazione di nome e ogni sabato vedevo passare il tram a pochi isolati di distanza dalla Facoltà di Lettere dove studiavo”. E aggiunge: “sono sempre stata favorevole alla conservazione del patrimonio storico e culturale”. Ed ecco che sul calendario appena acquistato vi era l'indirizzo della associazione, perciò, con soli 24 anni e ancora studente universitaria Maria Lucia decise di associarsi.

“Mi hanno accolto molto bene, con un'ottima predisposizione sin dall’inizio, “ricorda facendo un salto nel passato. Certo che di gavetta la futura Community Manager ne fece parecchia: “all’inizio e per molto tempo ci andavo solo un fine settimana al mese di solito come accompagnatrice,” racconta. All’epoca la Asociación Amigos del Tranvía non aveva un account Instagram, si raccontava tramite il proprio sito web e su Facebook.

“Quando Instagram esplose e visto il successo delle foto dei tram che avevo caricato sul mio profilo personale, ho suggerito di aprire l’account Instagram della associazione,” ricorda “visto che è un network che punta sul visivo e sull'immediato, ho pensato anche che fosse un buon modo per avvicinarsi ai creatori di contenuti.” Il Consiglio di Amministrazione dell’associazione fu subito d’accordo e l’account Instagram divenne un successo raggiungendo i 25 mila follower dopo soli tre anni.

Dopo il ruolo dei tram, del loro recupero, manutenzione, sicurezza e messa in funzione probabilmente sono quella della comunicazione e delle pubbliche relazioni le funzioni più importanti e decisive per una associazione che mira a restituire alle persone quel ritaglio di patrimonio storico che rappresentano i trasporti. “Dall'area della comunicazione e delle pubbliche relazioni, cerchiamo sempre di gestirci in modo chiaro; le persone sono molto interessate a conoscerci, quindi dobbiamo essere trasparenti con orari, luoghi e particolarità del servizio.”

E dall’incontestabile peso di Instagram quale motore per raggiungere la maggior quantità di persone Maria Lucia si dà da fare mirando sempre a “messaggi concisi ma completi, facili e piacevoli da leggere “senza escludere il pubblico che insieme ai tram diventa il vero protagonista di ogni corsa per via della pubblicazione delle foto che le persone inviano e rispondendo sempre ai loro commenti.

Essendo quella del Community Manager una collaborazione gestita attraverso la rete, il suo ruolo all’interno della Asociación Amigos del Tranvía non implica per Maria Lucia una grande rinuncia. È vero che molte volte andare al servizio significa non vedere la mia famiglia che abita in provincia, ma per lo più riesco ad organizzarmi per gestire i miei compiti quando posso e ho tempo.”

La città di Buenos Aires dove Maria Lucia vive e lavora e dove i tram della Asociación Amigos del Tranvía fanno i giri storici del sabato e della domenica vantava, a inizio del XX secolo una delle reti tranviarie più estese e non c’è da stupirsi vista le dimensioni della città stessa.

Come accadde nelle città europee gli anni Sessanta furono per Buenos Aires una svolta per il trasporto tranviario, ma a differenza di tante città dove i tram fecero retromarcia per ritornare qualche decennio dopo, la scelta di Buenos Aires fu quella di potenziare la metropolitana a discapito dei tram il quale una volta congedato non avrebbe fatto mai più ritorno.

Di donne tranviere quindi non ve ne furono allora ma ce ne sono oggi; quelle che con fierezza cercano di conquistare qualche centimetro di terreno quali lavoratrici dei trasporti pubblici. “Attualmente non ci sono donne che guidano i treni di superficie, sì invece la metropolitana” racconta Maria Luisa descrivendo la propria realtà “e ogni accesso a una nuova posizione da parte delle donne è accaduta solo dopo una grande lotta e tanta resistenza da parte di alcune strutture che hanno avuto difficoltà ad aggiornarsi”.

Il panorama si presenta ben diverso all’interno della Asociación Amigos del Tranvía nella quale altre donne oltre a Maria Lucia svolgono diverse mansioni di volontariato “non so se c'è qualcosa che le donne possono dare per la loro condizione di donne, ma l’inclusione di identità non maschili, può contribuire affinché le generazioni future (oggi ragazze) possano costruire la loro vocazione e i loro sogni per il futuro in modo più ampio, trovando donne di riferimento in mestieri e professioni prima per loro impensabili.”

In effetti nel primo decennio del nuovo secolo Buenos Aires non offriva uno scenario nel quale il binomio donna-trasporti potesse essere considerato all’interno di una rete interamente a gestione privata nella quale l’autobus rimane il mezzo di trasporto più utilizzato seguito dalla metropolitana.

Negli ultimi dieci anni -seppure timidamente- lo scenario è iniziato a mutare consentendo ad alcune donne di diventare autisti di mezzi pesanti, di taxi e di autobus mentre il numero di guardie e autiste della metropolitana continua a crescere. “Sento che a poco a poco -dice Maria Lucia con un segno di soddisfazione- ci stiamo aprendo a un accesso più equo a diverse posizioni nel trasporto pubblico per le donne.”

Tuttavia, l'accesso alla guida ferroviaria non è ancora consentito alle donne. Maria Lucia però si mostra ottimista in quanto “I risultati che le donne nel trasporto pubblico hanno raggiunto sono sempre stati associati all'attività collettiva”. Ciò grazie all’organizzazione e alla coordinazione tra le donne che lavoravano nei trasporti che hanno combattuto per posizioni di maggiore gerarchia oppure per una maggiore visibilità. “La sfida è non abbandonare l'organizzazione collettiva e non tagliarsi fuori – sostiene- in quanto tutte le conquiste sono state fatte insieme ad altre compagne e non credere che tutte le lotte siano già state risolte”.

I trasporti appartengono a quel gruppo di lavori che storicamente in Argentina sono stati prettamente maschili e per quanto lo scenario ad oggi si presenti diverso Maria Lucia invita a non abbassare la guardia: “Ci sono ancora strutture patriarcali da discutere, violenze e molestie che non dovrebbero essere ignorate.”

E conclude: “Ecco perché credo che, anche se molto è stato fatto, non dobbiamo rilassarci o smettere di lottare per ottenere quelle posizioni che sono ancora chiuse.”

 

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