Era lì, sempre seduta da parecchi giorni. Ci arrivava all’apertura dell’ufficio e andava via solo quando le segretarie facevano altrettanto. Aveva sempre un libro in mano che leggeva per fare passare il tempo. E fu così giorno dopo giorno. Finchè un uomo bianco uscì da uno degli uffici e le disse “Vieni qui,” e chiese “perché vuoi il lavoro?”. “Perché mi piacciono le uniformi e poi mi piacciono le persone,” rispose. E Marguerite Annie Johnson più conosciuta come Maya Angelou, scrittrice ed attivista per i diritti delle minoranze, diventò la prima donna di colore a lavorare sui tram di San Francisco.
Era nata nel Missouri nel mese di aprile del 1928. Figlia di un portinaio e di una infermiera, per diversi problemi familiari Marguerite dovette trascorrere gran parte della propria infanzia a casa della nonna paterna. La nonna era “una sorprendente eccezione” alle durissime condizioni economiche degli afroamericani dell’epoca, ricordava Marguerite già divenuta Maya. Prosperò durante la Grande Depressione e anche durante la Seconda Guerra Mondiale per via del suo emporio che commercializzava generi di prima necessità e anche perché "generava saggi e onesti investimenti”.
E fu proprio in tempi di guerra che Maya diventò la “prima negra sui tram di San Francisco” come lei stessa si descriveva. Nella sua autobiografia del 1970 I Know Why the Caged Bird Sings (Il Canto del Silenzio) Maya ricorda questa singolare esperienza di lavoratrice tranviaria nei primi anni ’40.
Nell’autunno del 1943 Maya decise di prendersi una pausa dalla George Washington High School che allora frequentava e di fare esperienza nel mondo del lavoro. Il suo primo pensiero fu quello di lavorare in qualcuno degli impianti tra i tanti che ce n’erano per via della guerra. Tuttavia il programma dovette subito mutare perché "richiedevano i certificati di nascita, e il mio avrebbe rivelato che avevo quindici anni e non ero idonea al lavoro". Sapeva che le compagnie tranviarie assumevano donne, "e il pensiero di girare su e giù per le colline di San Francisco in una uniforme blu scuro, con un portamonete alla cintura, attirò la mia fantasia".
Dopo aver visto un annuncio pubblicato dalla Market Street Railway sul San Francisco Chronicle nel quale si richiedevano “motorettes e manovratori” si recò all'ufficio principale della compagnia -al 58 di Sutter Street- per fare domanda. Appena arrivata si chiese se volesse prendersi il disturbo di lavorare per una compagnia "dall'aspetto così povero e squallido". Marguerite pretese di compilare la domanda ma le segretarie negarono di fornirglielo. Questo fece sì che Maya diventasse ancora più determinata grazie all’incoraggiamento di sua madre. "Vai giù ogni giorno - le consigliò la mamma - e sii lì prima che arrivino le segretarie e siediti ad aspettare mentre leggi quel tuo libro russo." Angelou stava leggendo Fyodor Dostoevskij in quel momento. "E rimani seduta finché non se ne vanno a casa."
E così fece, tornando in quello squallido ufficio ogni giorno per due settimane fino a quando si aprì una porta e un uomo bianco le chiese il motivo per il quale ci teneva tanto a quel lavoro. Finalmente le fu concesso di compilare una domanda.
Iniziò la compilazione con il suo nome legale, Marguerite Johnson, ma poi "le domande standard mi hanno ricordato la necessità di mentire abilmente", a cominciare dalla sua età, che ha indicato come 19. Al momento di elencare le precedenti esperienze lavorative decise di inventare la “favola” di essere stata “compagna e autista della signora Annie Henderson (una White Lady) a Stamps, Arkansas”. Infine Maya ottenne il lavoro.
Il primo giorno di lavoro
Allora tram e funivie avevano squadre operative di due persone. I bigliettai nella parte posteriore delle vetture e i manovratori (motormen sui tram e gripmen sulle funivie) che guidavano le vetture nella parte anteriore. I due ruoli avevano requisiti diversi. Le prime bigliettaie di tram, soprannominate "motorettes", furono assunte sia da Municipal Railway che da Market Street Railway durante la seconda guerra mondiale, quando gli uomini che svolgevano quei mestieri furono chiamati alla guerra.
Maya Angelou era una motorette quindi lavorava sulla piattaforma posteriore dei tram elettrici, riscuotendo le tariffe e garantendo la sicurezza dei passeggeri. “La mamma mi diedi i soldi per farmi cucire il vestito blu e ho imparato a compilare le carte di lavoro, a far funzionare il portamonete e a dare il resto. All’inizio dondolavo ma verso la fine anche quando il tram diventava affollato io rimanevo sul retro del carrello rumoroso, sorridendo dolcemente e dicendo ai passeggeri di ‘fare un passo avanti, per favore’".
Margherite fu assunta dalla Market Street Railway Company, nel suo ultimo anno prima di essere rilevata dalla Municipal Railway di proprietà della città di San Francisco. Nei cinque mesi di lavoro quasi certamente svolse il suo ruolo in più linee comprese la 7-Haight e la 5-McAllister.
Angelou racconta che sua madre l'ha accompagnata in macchina al "deposito del tram ... vicino alla spiaggia" per iniziare il suo turno prima dell'alba, poi l'ha seguita nell'automobile di famiglia durante il suo primo viaggio in centro. Il deposito presso la Sutro Division tra la 32esima Avenue e Clement Street era quello più vicino alla spiaggia. Si trattava del Boneyard, un blocco urbano all'aperto tra Lincoln Way e 14th Avenue strapieno di tram abbandonati dove partivano le corse delle linee 7 e 17, così come la 6-Masonic linea, che arrivava fino al Ferry Building.
In Caged Bird, scrive: “Mi sono fatta strada rumorosamente e mi sono fatta strada lungo Market Street, con le sue case per i marinai senzatetto oltre il tranquillo rifugio del Golden Gate Park e lungo le abitazioni chiuse e poco abitate del Sunset District. " Quella descrizione corrisponde all'allora percorso del tram 7-Haight, che transitava da Market Street a Haight Street attraverso quello che in seguito fu chiamato Haight-Ashbury District. Con ogni probabilità ha lavorato sia sulle linee 5 che 7, e probabilmente su altre che sono arrivate al Ferry Building nel 1943. Questo mix di incarichi sarebbe stato normale per una neoassunta all’epoca e potrebbe anche spiegare il motivo per il quale Maya non riuscì mai a ricordare in quale linee aveva lavorato.
"Poiché il suo mandato è durato solo cinque mesi, è improbabile che sia mai riuscita a rimanere su una linea per molto tempo", sostiene Larry Bernard, operatore di tram in pensione presso la Municipal Railway. “Inoltre, avrebbe potuto trasferirsi da un deposito all'altro o essere stata assegnata 'secondo necessità, per la durata', per così dire”.Bernard, afferma che quando è entrato a far parte della Municipal Railway nel 1979, l’organizzazione del lavoro era cambiata di poco rispetto a decenni prima. I nuovi assunti appena terminata la formazione erano assegnati al “tabellone extra” fino alla successiva iscrizione, raccogliendo qualsiasi corsa di cui l’azienda avesse avuto bisogno.
Indubbiamente per la giovane Maya quella prima esperienza di lavoro vissuta in una varietà di linee si sarebbe tradotta, anni dopo, in una vasto ventaglio di ricordi.
Il peso della diversità
Per anni Maya ha pensato di essere stata la prima persona di colore a lavorare nei tram di San Francisco il che è certo in termini di genere ma non invece in termini di razza.
Già nel 1941 la Municipal Railway di San Francisco aveva assunto il primo operatore tranviario di colore: Audley Cole, un altro esempio di tenacia e perseveranza. Cole riuscì a passare gli esami e ottenere il lavoro per non aver compilato il campo “race” al momento di fare domanda. Tuttavia, una volta assunto gli operatori bianchi si rifiutarono di fornirgli la formazione necessaria e l’unico collega che era disposto a farlo fu picchiato a sangue. Cole, dovette imparare direttamente dal Responsabile della Formazione quattro mesi dopo di essere stato assunto.
Maya però questo non lo sapeva perciò dopo averto scoperto la vicenda di Cole decise di ridurre la sua descrizione a quella di “prima bigliettaia di tram nera a San Francisco”. Resta il fatto che la certezza non è del cento per cento visto che gli archivi di occupazione della Municipal Railway e della Market Street Railway non esistono più. Tuttavia nulla toglie il fatto che Maya Angelou sia stata una pionera che racconta una storia di grande coraggio e notevole tenacia.
“Ciò che trovo davvero notevole è la sua determinazione -sostiene Larry Bernard- di accettare all'età di quindici un lavoro tenuto quasi esclusivamente da maschi bianchi in un momento in cui la sua presenza sulla piattaforma posteriore di un tram, in uniforme, a richiedere il pagamento dei biglietti potrebbe forse aver provocato delle reazioni molto spiacevoli”. E prosegue: “parte dell'esperienza della signora Angelou deve essere stata provante, per non dire altro. Certo, era una donna eccezionale e, con il suo spirito indomabile, trovava molto da amare nel lavoro. È davvero un'ispirazione per tutti noi!”
In effetti, nei suoi scritti, Maya Angelou si concentra sugli aspetti positivi dei suoi cinque mesi sui tram di San Francisco. In un'intervista con Oprah Winfrey, ha raccontato che dopo essere tornata al liceo sua madre le chiese cosa avesse imparato su se stessa dopo aver lavorato sui tram. Maya rispose che veramente non lo sapeva ma sua madre la rassicurò: “Hai imparato che sei molto forte, hai determinazione e dedizione. Puoi andare ovunque nel mondo”.
Dopo la discesa dal tram
Come nei mesi delle corse in tram su e giù tra le colline di San Francisco Maya intraprese diversi percorsi una volta scesa dalla piattaforma posteriore dei tram della Municipal Railway.
Fece ritorno a scuola e pochi giorni dopo aver ottenuto il diploma diede alla luce suo figlio a soli 17 anni. Svolse una grande quantità di lavori molto diversi: cuoca, cameriera, spogliarellista, insegnante, prostituta, giornalista, ballerina e cantante.
Al momento della sua morte accaduta nel 2014, Maya aveva pubblicato ben sette libri autobiografici nei quali narra le sue esperienze di vita durante la prima adolescenza. Il suo primo libro Il Canto del Silenzio (I Know Why the Caged Bird Sings) fu pubblicato nel 1970 e riscosse un notevole successo. Scrisse anche tre libri di saggistica e numerose raccolte di poesia, libri per bambini, drammi teatrali e sceneggiature per programmi televisivi.
Poco prima della sua morte Maya Angelou ricevette il premio della Conference of Minority Transportation Officials (COMTO) nel contesto della sessione "Women Who Move the Nation". La COMTO è il principale sostenitore nazionale della diversità occupazionale, dell'inclusione e delle pari opportunità nel settore dei trasporti.
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Fonti
Nove anni fa, quando l’anno 2014 stava per tramontare una studentessa universitaria acquistava in un’edicola della Estación Once il calendario 2015 della Asociación Amigos del Tranvía di Buenos Aires senza immaginare che in meno di dieci anni sarebbe diventata la Community Manager della nota associazione argentina per il recupero e la conservazione dei tram storici.
“La verità è che fin da adolescente mi sono interessata di trasporto pubblico e in particolare di ferrovie,” spiega, facendo un balzo indietro nel tempo Maria Lucia Santagata, 31 anni, laureata in Lettere e Community Manager presso la Asociación Amigos del Tranvía di Buenos Aires, Argentina.
E fu proprio in quella stazione ferroviaria del 1882 il cui nome fa riferimento alla rivoluzione dell’11 settembre del 1851 (Once de Septiembre) e che dagli abitanti di Buenos Aires è semplicemente conosciuta con il nome di Estaciòn Once che la corsa di Maria Lucia ebbe inizio.
“Conoscevo l'associazione di nome e ogni sabato vedevo passare il tram a pochi isolati di distanza dalla Facoltà di Lettere dove studiavo”. E aggiunge: “sono sempre stata favorevole alla conservazione del patrimonio storico e culturale”. Ed ecco che sul calendario appena acquistato vi era l'indirizzo della associazione, perciò, con soli 24 anni e ancora studente universitaria Maria Lucia decise di associarsi.
“Mi hanno accolto molto bene, con un'ottima predisposizione sin dall’inizio, “ricorda facendo un salto nel passato. Certo che di gavetta la futura Community Manager ne fece parecchia: “all’inizio e per molto tempo ci andavo solo un fine settimana al mese di solito come accompagnatrice,” racconta. All’epoca la Asociación Amigos del Tranvía non aveva un account Instagram, si raccontava tramite il proprio sito web e su Facebook.
“Quando Instagram esplose e visto il successo delle foto dei tram che avevo caricato sul mio profilo personale, ho suggerito di aprire l’account Instagram della associazione,” ricorda “visto che è un network che punta sul visivo e sull'immediato, ho pensato anche che fosse un buon modo per avvicinarsi ai creatori di contenuti.” Il Consiglio di Amministrazione dell’associazione fu subito d’accordo e l’account Instagram divenne un successo raggiungendo i 25 mila follower dopo soli tre anni.
Dopo il ruolo dei tram, del loro recupero, manutenzione, sicurezza e messa in funzione probabilmente sono quella della comunicazione e delle pubbliche relazioni le funzioni più importanti e decisive per una associazione che mira a restituire alle persone quel ritaglio di patrimonio storico che rappresentano i trasporti. “Dall'area della comunicazione e delle pubbliche relazioni, cerchiamo sempre di gestirci in modo chiaro; le persone sono molto interessate a conoscerci, quindi dobbiamo essere trasparenti con orari, luoghi e particolarità del servizio.”
E dall’incontestabile peso di Instagram quale motore per raggiungere la maggior quantità di persone Maria Lucia si dà da fare mirando sempre a “messaggi concisi ma completi, facili e piacevoli da leggere “senza escludere il pubblico che insieme ai tram diventa il vero protagonista di ogni corsa per via della pubblicazione delle foto che le persone inviano e rispondendo sempre ai loro commenti.
Essendo quella del Community Manager una collaborazione gestita attraverso la rete, il suo ruolo all’interno della Asociación Amigos del Tranvía non implica per Maria Lucia una grande rinuncia. È vero che molte volte andare al servizio significa non vedere la mia famiglia che abita in provincia, ma per lo più riesco ad organizzarmi per gestire i miei compiti quando posso e ho tempo.”
La città di Buenos Aires dove Maria Lucia vive e lavora e dove i tram della Asociación Amigos del Tranvía fanno i giri storici del sabato e della domenica vantava, a inizio del XX secolo una delle reti tranviarie più estese e non c’è da stupirsi vista le dimensioni della città stessa.
Come accadde nelle città europee gli anni Sessanta furono per Buenos Aires una svolta per il trasporto tranviario, ma a differenza di tante città dove i tram fecero retromarcia per ritornare qualche decennio dopo, la scelta di Buenos Aires fu quella di potenziare la metropolitana a discapito dei tram il quale una volta congedato non avrebbe fatto mai più ritorno.
Di donne tranviere quindi non ve ne furono allora ma ce ne sono oggi; quelle che con fierezza cercano di conquistare qualche centimetro di terreno quali lavoratrici dei trasporti pubblici. “Attualmente non ci sono donne che guidano i treni di superficie, sì invece la metropolitana” racconta Maria Luisa descrivendo la propria realtà “e ogni accesso a una nuova posizione da parte delle donne è accaduta solo dopo una grande lotta e tanta resistenza da parte di alcune strutture che hanno avuto difficoltà ad aggiornarsi”.
Il panorama si presenta ben diverso all’interno della Asociación Amigos del Tranvía nella quale altre donne oltre a Maria Lucia svolgono diverse mansioni di volontariato “non so se c'è qualcosa che le donne possono dare per la loro condizione di donne, ma l’inclusione di identità non maschili, può contribuire affinché le generazioni future (oggi ragazze) possano costruire la loro vocazione e i loro sogni per il futuro in modo più ampio, trovando donne di riferimento in mestieri e professioni prima per loro impensabili.”
In effetti nel primo decennio del nuovo secolo Buenos Aires non offriva uno scenario nel quale il binomio donna-trasporti potesse essere considerato all’interno di una rete interamente a gestione privata nella quale l’autobus rimane il mezzo di trasporto più utilizzato seguito dalla metropolitana.
Negli ultimi dieci anni -seppure timidamente- lo scenario è iniziato a mutare consentendo ad alcune donne di diventare autisti di mezzi pesanti, di taxi e di autobus mentre il numero di guardie e autiste della metropolitana continua a crescere. “Sento che a poco a poco -dice Maria Lucia con un segno di soddisfazione- ci stiamo aprendo a un accesso più equo a diverse posizioni nel trasporto pubblico per le donne.”
Tuttavia, l'accesso alla guida ferroviaria non è ancora consentito alle donne. Maria Lucia però si mostra ottimista in quanto “I risultati che le donne nel trasporto pubblico hanno raggiunto sono sempre stati associati all'attività collettiva”. Ciò grazie all’organizzazione e alla coordinazione tra le donne che lavoravano nei trasporti che hanno combattuto per posizioni di maggiore gerarchia oppure per una maggiore visibilità. “La sfida è non abbandonare l'organizzazione collettiva e non tagliarsi fuori – sostiene- in quanto tutte le conquiste sono state fatte insieme ad altre compagne e non credere che tutte le lotte siano già state risolte”.
I trasporti appartengono a quel gruppo di lavori che storicamente in Argentina sono stati prettamente maschili e per quanto lo scenario ad oggi si presenti diverso Maria Lucia invita a non abbassare la guardia: “Ci sono ancora strutture patriarcali da discutere, violenze e molestie che non dovrebbero essere ignorate.”
E conclude: “Ecco perché credo che, anche se molto è stato fatto, non dobbiamo rilassarci o smettere di lottare per ottenere quelle posizioni che sono ancora chiuse.”