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RITROVARE UN VECCHIO COMPAGNO
di Luca Giannitti 

 

Ci sono oggetti che utilizziamo o vediamo quotidianamente, magari talmente diffusi che non ci passa per la mente che potrebbe arrivare il giorno in cui scompaiono. Un caso emblematico è quello della prima generazione di obliteratrici a bordo dei veicoli, prima bus e poi tram, in servizio a Torino. Detta così, ben pochi sapranno di cosa si parla (e bisogna avere almeno 35 anni circa per potersele ricordare), ma se queste obliteratrici venissero descritte come "quelle macchinette che tagliavano un quadratino del biglietto", sicuramente sarebbero in tanti a ricordarle meglio. La loro dismissione è avvenuta nei primi anni Novanta, anni luce prima della nascita di Atts e praticamente tutti gli esemplari sono finiti nel ferrovecchio. Non è escluso che qualche appassionato sia riuscito a recuperarne qualcuna dai veicoli in demolizione, tuttavia nessun pezzo risulta noto. Nel vecchio deposito Regina Margherita, a bordo di un tram, era stata recuperata una carcassa incompleta (parzialmente ricostruita senza però alcuna documentazione precisa) successivamente esposta nel museo di Sassi. Per lunghi anni si è ritenuto quel ritrovamento il massimo che la sorte avesse riservato, purtroppo tutto il resto era andato perso. Nessuno, ma proprio nessuno, avrebbe mai immaginato che una quindicina di anni dopo sarebbe avvenuto il miracolo: su segnalazione di un addetto del magazzino complessivi dell'officina centrale Gtt sono riemersi ben 4 vecchie obliteratrici! Quasi 30 anni dopo la loro dismissione, nei magazzini erano presenti ancora degli esemplari! Atts ha quindi preso contatto con i responsabili affinché i pezzi in questione potessero essere acquisiti dall'associazione e, ottenute tutte le autorizzazioni, il magazziniere ha potuto finalmente liberare prezioso spazio, consegnando ad Atts le vecchie obliteratrici, due delle quali ancora funzionanti! Le condizioni dei quattro reperti erano piuttosto precarie, necessitavano di un restauro estetico, ma erano completi. Sorpresa nella sorpresa, esaminando le carcasse delle obliteratrici se ne sono trovate due ancora dotate del foro dove era alloggiato l'orologio della primissima versione! Per questo motivo si è optato per un restauro in tre esemplari, mentre il quarto è stato ricostruito nella versione antecedente dotata di orologio. In soccorso a questi interventi sono arrivate le informazioni trovate nel Centro di Documentazione Gtt che nel frattempo era stato dato in gestione all'associazione: grazie a tutto questo materiale è stato possibile procedere alla ricostruzione dell'obliteratrice RCS Pandozy (questo il suo nome!) quando ancora era dotata di orologio ed era colorata in rosso e grigio. Solo nei primi anni Ottanta, con l'arrivo della versione "semplificata" l'orologio fu rimosso e tutta l'obliteratrice venne dipinta in arancione, lo stesso arancione utilizzato dai veicoli privati del bigliettaio. Uno degli esemplari restaurati in arancione è ora esposto nel rinnovato museo di Sassi mentre l'obliteratrice ricostruita con l'originale orologio è conservata ed esposta nella sede Atts di Ponte Mosca. Come questi esemplari siano sopravvissuti allo smaltimento è ancora un mistero, tuttavia era destino che a distanza di tanti anni si potesse ritrovare un vecchio compagno di innumerevoli viaggi.

Immagine 1: il fascicolo RCS del centro di documentazione Gtt
Immagini 2-3: immagini dell'obliteratrice Pandozy presente nel fasciscolo del centro di documentazione
Immagine 4: le quattro vecchie obliteratrici nel giorno del loro recupero
Immagine 5: una obliteratrice nello stato arancione
Immagini 6-7-8: fasi di restauro dell'obliteratrice nello stato originario, come da fascicolo RCS